#giovanni isgrò
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Plethor X (Jermay Michael Gabriel and Giovanni Isgrò), What U Mean, (Limited Edition 12" Vinyl, Digital album), OOH039, OOH-sounds, 2024
Mastered by Giuseppe Ielasi Cover art 'Berhè Golon በርሀ ጎሎን' (2020) by Jermay Michael Gabriel Photo by Jim C. Nedd Layout by incepBOY
#graphic design#art#music#music album#vinyl#cover#plethor x#jermay michael gabriel#giovanni isgrò#giuseppe ielasi#jim c. nedd#incepboy#ooh sounds#2020s
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Sicilia: Notte europea dei musei, la Regione ha aperto i luoghi della cultura
Sicilia: Notte europea dei musei, la Regione ha aperto i luoghi della cultura. Si è tenuto l'appuntamento con la "Notte europea dei musei". L'iniziativa nasce con il patrocinio dell'Unesco, del Consiglio d'Europa e dell'Icom (International council of museums) per incentivare e promuovere la conoscenza del patrimonio artistico e culturale nazionale ed europeo. Musei, parchi archeologici e siti storici della Regione hanno aperto le porte, al costo simbolico di un euro, offrendo visite guidate, mostre speciali, performance artistiche, laboratori per bambini e tanto altro. Un'opportunità unica per esplorare le collezioni permanenti e le esposizioni temporanee, arricchendo così la propria conoscenza dell'arte e della storia siciliana. Partita da Palermo, sono state aperte le porte il Museo Archeologico Salinas (ore 19-23) con percorsi guidati e con visita al cantiere aperto di restauro della statua di "Diana cacciatrice"; il Museo d'arte contemporanea a Palazzo Belmonte Riso con visite guidate alla scoperta di sessant'anni di storia dell'arte da Jannis Kounellis, Richard Long, Christian Boltanski, ai siciliani Carla Accardi, Pietro Consagra, Antonio Sanfilippo e Emilio Isgrò; il Villino Florio e il Villino Favaloro e, ancora, il Centro regionale progettazione e restauro, che ha aperto la propria sede di Palazzo Montalbo, con laboratori di diagnostica e di restauro, oltre che alla biblioteca. Nella provincia, hanno aperto il Parco archeologico di Himera, Solunto e Monte Iato con l'Antiquarium e il museo Pirro Marconi di Himera, l'Antiquarium di Solunto, quello di Monte Iato, il Museo archeologico della Valle dell'Eleuterio a Marineo, le Terme arabe a Cefalà Diana. Ad Agrigento ha aderito il Museo archeologico regionale Pietro Griffo: ha ospitato un inedito percorso teatralizzato con i ragazzi del liceo classico Empedocle di Agrigento che ha come filo conduttore il mito di Achille e Pentesilea, tra Eros e Thanatos; in provincia, il Museo archeologico della Badia di Licata, con un laboratorio per i piccoli ispirato al ricchissimo patrimonio di vasi preistorici ed uno spettacolo "Il tesoro dal passato. A Caltanissetta sono state organizzate visite al Museo archeologico di Marianopoli e all'area archeologica delle Mura Timolontee di Gela dove sarà possibile assistere a rappresentazioni teatrali itineranti sulla storia della città. A Catania c'è stata un'apertura straordinaria del Teatro Antico e di Casa museo Giovanni Verga, con una visita condotta dallo storico dell'arte Gaetano Bongiovanni sul tema "Giovanni Verga e Catania". In provincia, ha partecipato all'iniziativa anche il Museo della ceramica di Caltagirone e il Museo archeologico di Centuripe. Nell'Ennese ha aderito all'iniziativa la Villa romana del Casale a Piazza Armerina. A Messina ha aperto il Museo regionale; nella provincia, invece, visite all'Antiquarium di Milazzo, all'area archeologica di Tindari, alla Villa romana di Patti, alle Terme romane di Bagnoli a Capo d'Orlando ed ancora all'area archeologica di Halaesa Arconidea a Tusa. Nel Ragusano sono state organizzate visite serali al complesso monumentale ex Convento della croce a Scicli, al Museo archeologico regionale di Camarina, al Museo archeologico Ibleo di Ragusa e al Parco della Forza di Ispica. In provincia di Trapani hanno aderito il Parco archeologico Lilibeo di Marsala, con un programma che ha previsto una conversazione sul tema "La poesia come presente alternativo", mentre, la visita al museo è stata accompagnata da performance musicali.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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pdf di "parole dipinte, immagini scritte": mostra @ res publica (2017)
pdf di “parole dipinte, immagini scritte”: mostra @ res publica (2017)
PAROLE DIPINTE, IMMAGINI SCRITTE Res Publica – Galleria d’Arte Democratica – Torino 21 settembre – 21 ottobre 2017 per scaricare il pdf cliccare sull’immagine: oppure qui: http://www.respublicagalleriadartedemocratica.it/wordpress/wp-content/uploads/2017/09/Pubblicazione-Parole-dipinte-immagini-scritte.-Ricerche-verbo-visive-dagli-Anni-Sessanta-ad-oggi.pdf oppure…
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#2017#Alessandro Cacciola#Arrigo Lora Totino#Emilio Isgrò#Eugenio Miccini#Galleria d’Arte Democratica#Giovanni Fontana#Giuseppe Chiari#Lamberto Pignotti#Lucia Marcucci#Luciano Caruso#Luciano Ori#Magdalo Mussio#materiali verbovisivi#Michele Perfetti#Nanni Balestrini#Parole dipinti immagini scritte#poesia concreta#poesia visiva#Res Publica#Res Publica – Galleria d’Arte Democratica#Riccardo Guarneri#Roberto Malquori#Sarenco#Stefano Perrini#Stelio Maria Martini#Ugo Carrega#Vincenzo Accame#vispo
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Il 31 gennaio si è conclusa per noi un'avventura davvero emozionante!
Così emozionante che vogliamo dare i numeri:
6.166 euro raccolti
259 donatori e donatrici
4.186 visite uniche alla pagina del nostro progetto sulla piattaforma di Produzioni dal Basso.
Abbiamo tanti grazie da dire: a Produzioni Dal Basso e Banca Etica per averci dato l'opportunità con il bando "Impatto +" di poter rendere concreta un'idea progettuale su cui lavoriamo da mesi con O2italia, Il cartolaio del bosco e la Libreria L'Incanta Storie; ad Editoriale Scienza per il sostegno e per gli infiniti stimoli che ci sono venuti dal loro catalogo; alle scuole che riceveranno in dono le scatole per l'entusiasmo e la fiducia.
E, ovviamente, a tutte e tutti voi per aver reso possibile il passaggio alla "fase 2" del progetto.
GRAZIE a: Antonio Mamì, Agata Samperi, Alberto Musco, Aldo Lenzo, Alessandra Rigano De Gaetano, Alessandro Milone, Alessia Barone, Ambrogio Isgrò, Andrea Corno, Andrea Inzerillo, Andrea Scilipoti, Serena Leotta, Angela Costantino, Anita Magno, Anna Fazio, Anna Gallerani, Annalisa Gualtieri, Anna Maria Vaccarino, Antonella Correnti, Antonella Saja, Antonia Sidoti, Antonio Cicero, Antonio Carcione, Elena Bagnoli, Antonio Bellinvia, Anna Bucca, Carmen Papaianni, Carla Cozzolino, Carmelo Catalano, Carmelo Recupero, Carmen Barca, Carolyn Berger, Caterina Abbriano, Marilia Costa, Cettina Pitrone, Chiara Pepe, Chiara Scuteri, Cleopatra Cortese, Claudia Mangano, Stefano Clerici, Carmela Panella, Cristina Grande, Daniela Munafò, Daniela Bersano, Marco Giorgianni, Dario De Pasquale, Diego Zucchelli, Domenica Piazzo, Donato Barbato, Daniela Pappalardo, Elena Poma, Emanuele La Rosa, Enrica Pellegrino, Enza Galluzzo, Enza Zumbo, Erika Bucca, Eva Buttà, Fabio Calabrò, Fabio Genovese, Francesco Caizzone, Federica Correnti, Federica Maio, Federico Mangano, Filippo Nicosia, Matteo Finco, Francesca Rinaldi, Francesca Mirabella, Francesca Petruzzella, Francesca Pitrone, Marco Pandolfo, Francesco Calabrò, Gabriele Sidoti, Lucia Gentile, Giuseppe Geraci, Gian Marras, Garis Giovanna, Giovanna Caravello, Giovanna Rappazzo, Giulia D’Alessio, Giuseppe Aliquò, Agnese Calabrò, Giuseppe Motta, Giuseppe Pampanini, Giusi Caliri, Giusy Caravello, Giusy Russo, Glenda Spiller, Grazia Costantino, Grazia Salamone, Graziella Rao, Antonino Il Grande, Aias Onlus Sezione di Barcellona Pozzo di Gotto, Marcela Salvador, Irene Faranda, Isidora Scaglione, Carmen Italico, Ivan Bertolami, Katia Crifò, Roberto Cervi, Pietro Rossello, Laura Alessandra Bonaceto, Laura Casu, Laura D’Amico, Laura Recupero, Condotta Slow Food Peloritani Tirrenici, Luca Faenzi, Lucia Isgrò, Luciano Aliquò, Luigina Roselli, Lydia Oliva, Margherita Dotti, Maria Assunta De Fazio, Maria Bucca, Maria Sciotto, Mariateresa Carbone, Maria Teresa Collica, Mariella Chiaramonte, Mario Scardino, Marta Mocchetti, Marzia Sindoni, Marco Mattiuzzo, Maura Macchi, Maria Grazia De Pasquale, Mimì Pino, Mimma Pitrola, Associazione culturale La cicale e la formica, Maurizio Calabrò, Monica Guerra, Giovanni Avitabile, Antonio Bonuccelli, Raffaella Campo, Antonino Amato, Nino Calabrò, Nino Sottile, Lucia Vento – Opuntia, Ornella Privitera, Maria Cristina Falcaro, Paola Belardo, Pasquale Rosania, Patrizia Donato, Patrizia Verde, Dario Piccolo, Piera Mannuccia, Pietro Centineo, Riccardo D’Urso, Riccardo Italiano, Riccardo Neri, Rita Ponzo, Rita Sedda, Roberto Iraci, Rossella Alessandrini Iocum-Scuola diffusa, Sara Rucci, Salvatore Alosi, Salvatore e Antonella D’Arrigo, Salvatore Bonaceto, Sara Loddo, Scheggia Sara, Serena Salmeri, Sergio Amato, Sergio Bonvegna, Silvia Geroldi, Sofia Capizzi, Sonia Sgrò, Stefano Giunta, Stefano Nucera, Neotenia LTD, Caterina Martinazzoli, Barbara Todaro, Valeria Bonina, Vera Genovese, Veruska Bagnoli, Veronica Vannelli, Viviana Isgrò, Maria Rotuletti, Mariagrazia Milioti, Annalina Perdichizzi, Felice Spinella, Anna Genovese, Rosalba Caliri, Francesca Floramo, Carmelina De Pasquale, Andrea Biondo, Serena Perdichizzi, Vera Bilardo, Francesco Aricò, Rossana Bilardo, Alessia Ragno, Rizzo Lucia, Mimma Naselli, Graziano Genovese, Giuseppe Ravidà, Alessandro Campo, Mariella Bonomo, Cinzia Catanzaro , Marco Motta, Giusy Scardino, Nicla Ruggeri, Patrizia Cirino, Diego Pirri, Danila Ruvolo, Danilo Calandra, Franco Calabrò, Mariagrazia Caliri, Teresa Sottile, Fabio Alosi, Antonella Bucalo, Ada Trifirò, Hernan Colombo Habot, Zina Giglio, Rosangela David, Rita Martino, Progetto Uomo Nero Racconta, Mariapia Coppolino, Renata Lo Iacono, Rossana Chillemi, Patrizia Mastroeni, Kanö Sartoria Sociale, Scuola dell’Infanzia Corriolo – Maestra Dora Crisafulli, Valeria De Pasquale, Andrea Cristelli, Renata Pettineo, Moravia Paratore
Vi aspettiamo da domani sulla nuova pagina del progetto: https://www.facebook.com/La-Scatola-incantanta-102227571737051
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Franco Buffoni, one of the most significant poetic voices of Italian opera of the late twentieth century and early 2000s [1] , was born on March 3, 1948 in Gallarate (VA), where he spent his childhood and adolescence , marked by the presence of an overwhelming principle of authority coming in part from society and school , but above all from the figure of the rigid father (Piero Buffoni, officer of the Italian army during the Second World War), aggressive and repressive educator, refractory to accept the sexual identity of the child. The relationship with the father deeply marks the writer and in fact returns in many of his works both in prose and in poetry. The mother (Luciana Buffoni), on the other hand, is a figure to which the poet seems more emotionally linked, but she is still fearful and submissive towards her husband, having been educated "by Catholicism in fascism and by fascism in Catholicism" [2] . Buffoni himself said about this period of his life that he felt "terribly compressed in the fragile age" [3] having lived in a condition of double solitude, linked to adolescence and homosexuality [4]. Later, in 1967 he moved to Milan to attend Bocconi University, graduating with honors in Foreign Languages and Literature with a thesis on Portrait of the Artist as a Young Man by James Joyce in 1971. In these four years he has had the opportunity to make friends. with the poets Milo De Angelis , Angelo Lumelli, Michelangelo Coviello and with the fundamental figure for the future LGBT movement Mario Mieli , with the poetic meetings in via Col di Lana, also sometimes with the presence of poets of previous generations such as Giovanni Raboni , Antonio Porta ,Emilio Isgrò and Giovanni Giudici . In the seventies he began his academic career, keeping the Anglo-Saxon world as a reference more than anything else. Buffoni owes to his intense commitment within the University the reason for the relative delay in his debut as a poet , which takes place in 1978 in the magazine Paragone at the invitation of Giovanni Raboni , and then came out the following year with the first silloge , published in collective notebooks of Guanda , with the title In the water of the eye (at Gallarate, Varese, Italia) https://www.instagram.com/p/B97OI_lFDw6/?igshid=pgo1mjd2dyz1
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Mazara, al collegio dei Gesuiti la mostra iconografico-documentaria Theatrum Martyrum
Mazara, al collegio dei Gesuiti la mostra iconografico-documentaria Theatrum Martyrum
05/10/2017 15:10:00 Sarà inaugurata venerdì 6 ottobre alle ore 17 presso il Collegio dei Gesuiti (piazza Plebiscito), alla presenza del Sindaco Nicolò Cristaldi e del Vescovo della Diocesi Domenico Mogavero, la mostra iconografico-documentaria “Theatrum Martyrum”, dedicata alla missione dei Gesuiti in Giappone nei secc. XVI-XVII e ai martiri subiti dai Cristiani durante la persecuzione della…
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#2017/09#“Theatrum Martyrum”#Centro Studi “Giovanni Matteo Adami – Istituto del Dramma Sacro”#Edvige Ripa#Giovanni Isgrò#Mazara del Vallo#Mons. Domenico Mogavero#Mostra#Nicolò Cristaldi#P. Giovanni Matteo Adami S. J.#tp24.it
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Il Conservatorio San Niccolò, da lunedì 16 Settembre 2019 alle 18 al 30 Giugno 2020, ospiterà Nel segno di Leonardo, opere dalla Collezione Carlo Palli, a cura di Laura Monaldi e con il patrocinio del Comune di Prato.
I corridoi delle scuole medie e del liceo del Conservatorio San Niccolò ospiteranno Nel segno di Leonardo, opere italiane e internazionali provenienti dalla Collezione Carlo Palli che omaggiano Leonardo Da Vinci a 500 anni dalla sua morte. La mostra raccoglie ed evidenzia non solo il mito di Da Vinci, ma l’eredità culturale a cui continuiamo a guardare: le opere sono di Pistoletto, Yoko Ono, Cy Twombly, Elisa Zadi, Emilio Isgrò e moltissimi altri in un collegamento fra arte contemporanea e rinascimentale per avvicinare i giovani all’arte, partendo proprio dalle mura di una scuola.
Ecco gli artisti in mostra Paolo Albani, Anna Banana, Vittore Baroni, Stefano Benedetti, Mirella Bentivoglio, Carlo Bertocci, Julien Blaine, Alighiero Boetti, Antonio Bueno, Carlo Cantini, Luciano Caruso, Ugo Carrega, Cinzio Cavallarin, Guglielmo Achille Cavellini, Claudio Cerretelli, Giuseppe Chiari, Henri Chopin, Riccardo Cocchi, Fabio De Poli, Gianni Dorigo, Luc Fierens, Giovanni Fontana, Franco Fossi, Fabrizio Garghetti, John Giorno, Andrea Granchi, I Santini Del Prete, Emilio Isgrò, Alison Knowles, Jiří Kolář, Ketty La Rocca, Roberto Malquori, Eugenio Miccini, Miradario, Charlotte Moorman, Giorgio Olivieri, Yoko Ono, Luciano Ori, Orlan, Nam June Paik, Virginia Panichi, Ben Patterson, Mario Persico, Lamberto Pignotti, Michelangelo Pistoletto, Sandro Poli, Giampiero Poggiali Berlinghieri, Philip Ridley, Gianni Ruffi, Sarenco, Serge III, Stelarc, Toxic, Karel Trinkewitz, Cy Twombly, Emmett Williams, Elisa Zadi Lorella Zappalorti.
https://www.pratosfera.com/2019/09/11/nel-segno-di-leonardo-al-conservatorio-san-niccolo/?fbclid=IwAR37XFPPVhDv23EK7b38D7r3MtMMdDQCVCAwQ6g9hU64H6LJo94NncV8yuU
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“Fino in fondo, il Trionfo dei Martiri”, a Palazzo Reale un evento teatrale celebra l’Anno Ignaziano
“Fino in fondo, il Trionfo dei Martiri”, a Palazzo Reale un evento teatrale celebra l’Anno Ignaziano
Read More La drammaturgia e la regia sono di Giovanni Isgrò, docente di storia del teatro e dello spettacolo, storico ed esperto di drammaturgia sacra gesuitica. The post “Fino in fondo, il Trionfo dei Martiri”, a Palazzo Reale un evento teatrale celebra l’Anno Ignaziano appeared first on BlogSicilia – Ultime notizie dalla Sicilia. Palermo, anno ignaziano, drammaturgia, evento culturale,…
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Mostra Antologica di Paolo Gubinelli “Segni, graffi e colore” (Carte, ceramiche, vetri e progetti in plexiglass) Opere dal 1977- 2021 a cura di Sandro Bongiani 11 dicembre 2021 - 13 febbraio 2022 Via S. Calenda 105/D, 84126 SALERNO (Italy). http://www.collezionebongianiartmuseum.it
Paolo Gubinelli
Biografia
Nato a Matelica (MC) nel 1945, vive e lavora a Firenze. Si diploma presso l’Istituto d’arte di Macerata, sezione pittura, continua gli studi a Milano, Roma e Firenze come grafico pubblicitario, designer e progettista in architettura. Giovanissimo scopre l’importanza del concetto spaziale di Lucio Fontana che determina un orientamento costante nella sua ricerca: conosce e stabilisce un’intesa di idee con gli artisti e architetti: Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Ugo La Pietra, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Emilio Isgrò, Umberto Peschi, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Emilio Scanavino, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, Zoren.
Partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero.
Le sue opere sono esposte in permanenza nei maggiori musei in Italia e all’estero.
Nel 2011 ospitato alla 54 Biennale di Venezia Padiglione Italia presso L’Arsenale invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra, installazione di n. 28 carte cm. 102x72 accompagnate da un manoscritto inedito di Tonino Guerra.
Sono stati pubblicati cataloghi e riviste specializzate, con testi di noti critici:
Giulio Carlo Argan, Giovanni Maria Accame, Cristina Acidini, Mariano Apa, Mirella Bandini, Carlo Belloli, Paolo Bolpagni, Mirella Branca, Vanni Bramanti, Anna Brancolini, Carmine Benincasa, Luciano Caramel, Ornella Casazza, Claudio Cerritelli, Bruno Corà, Roberto Cresti, Giorgio Cortenova, Enrico Crispolti, Fabrizio D’Amico, Roberto Daolio, Angelo Dragone, Luigi Paolo Finizio, Alberto Fiz, Paolo Fossati, Carlo Franza, Francesco Gallo, Roberto Luciani, Mario Luzi, Marco Marchi, Luciano Marziano, Lara Vinca Masini, Marco Meneguzzo, Fernando Miglietta, Bruno Munari, Antonio Paolucci, Sandro Parmiggiani, Elena Pontiggia, Pierre Restany, Davide Rondoni, Maria Luisa Spaziani, Carmelo Strano, Claudio Strinati, Toni Toniato, Tommaso Trini, Marcello Venturoli, Stefano Verdino, Cesare Vivaldi.
Sono stati pubblicati cataloghi di poesie inedite dei maggiori poeti Italiani e stranieri:
Adonis, Alberto Bertoni, Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Franco Buffoni, Anna Buoninsegni, Enrico Capodaglio, Alberto Caramella, Roberto Carifi, Ennio Cavalli, Antonio Colinas, Giuseppe Conte, Vittorio Cozzoli, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Eugenio De Signoribus, Gianni D’Elia, Luciano Erba, Giorgio Garufi, Tony Harrison, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Ko Un, Vivian Lamarque, Franco Loi, Mario Luzi, Giancarlo Majorino, Alda Merini, Alessandro Moscè, Roberto Mussapi, Giampiero Neri, Nico Orengo, Alessandro Parronchi, Feliciano Paoli, Titos Patrikios, Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini, Antonio Santori, Frencesco Scarabicchi, Fabio Scotto, Michele Sovente, Maria Luisa Spaziani, Enrico Testa, Paolo Valesio, Cesare Vivaldi, Andrea Zanzotto.
Stralci critici:
Giulio Angelucci, Biancastella Antonino, Flavio Bellocchio, Goffredo Binni, Sandro Bongiani, Fabio Corvatta, Nevia Pizzul Capello, Claudio Di Benedetto, Debora Ferrari, Antonia Ida Fontana, Franco Foschi, Mario Giannella, Armando Ginesi, Claudia Giuliani, Vittorio Livi, Olivia Leopardi Di San Leopardo, Luciano Lepri, Caterina Mambrini, Elverio Maurizi, Carlo Melloni, Eugenio Miccini, Franco Neri, Franco Patruno, Roberto Pinto, Anton Carlo Ponti, Osvaldo Rossi, Giuliano Serafini, Patrizia Serra, Maria Luisa Spaziani, Maria Grazia Torri, Francesco Vincitorio.
Nella sua attività artistica è andato molto presto maturando, dopo esperienze pittoriche su tela o con materiali e metodi di esecuzione non tradizionali, un vivo interesse per la “carta”, sentita come mezzo più congeniale di espressione artistica: in una prima fase opera su cartoncino bianco, morbido al tatto, con una particolare ricettività alla luce, lo incide con una lama, secondo strutture geometriche che sensibilizza al gioco della luce piegandola manualmente lungo le incisioni.
In un secondo momento, sostituisce al cartoncino bianco, la carta trasparente, sempre incisa e piegata; o in fogli, che vengono disposti nell’ambiente in progressione ritmico-dinamica, o in rotoli che si svolgono come papiri su cui le lievissime incisioni ai limiti della percezione diventano i segni di una poesia non verbale.
Nella più recente esperienza artistica, sempre su carta trasparente, il segno geometrico, con il rigore costruttivo, viene abbandonato per una espressione più libera che traduce, attraverso l’uso di pastelli colorati e incisioni appena avvertibili, il libero imprevedibile moto della coscienza, in una interpretazione tutta lirico musicale. Oggi questo linguaggio si arricchisce sulla carta di toni e di gesti acquerellati acquistando una più intima densità di significati.
Ha eseguito opere su carta, libri d’artista, su tela, ceramica, plexiglass, vetro con segni incisi e in rilievo in uno spazio lirico-poetico.
Eng
Paolo Gubinelli, biography.
Born in Matelica (province of Macerata) in 1945, lives and works in Florence. He received his diploma in painting from the Art Institute of Macerata and continued his studies in Milan, Rome and Florence as advertising graphic artist, planner and architectural designer. While still very young, he discovered the importance of Lucio Fontana’s concept of space which would become a constant in his development: he became friends with such artists as :
Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Emilio Isgrò, Ugo La Pietra, Umberto Peschi, Emilio Scanavino, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, and Zoren, and established a communion of ideas and work.
His work has been discussed in various catalogues and specialized reviews by such prominent critics as:
Many others have also written about his work:
Giulio Carlo Argan, Giovanni Maria Accame, Cristina Acidini, Mariano Apa, Mirella Bandini, Carlo Belloli, Paolo Bolpagni, Mirella Branca, Vanni Bramanti, Anna Brancolini, Carmine Benincasa, Luciano Caramel, Ornella Casazza, Claudio Cerritelli, Bruno Corà, Roberto Cresti, Giorgio Cortenova, Enrico Crispolti, Fabrizio D’Amico, Roberto Daolio, Angelo Dragone, Luigi Paolo Finizio, Alberto Fiz, Paolo Fossati, Carlo Franza, Francesco Gallo, Roberto Luciani, Mario Luzi, Marco Marchi, Luciano Marziano, Lara Vinca Masini, Marco Meneguzzo, Fernando Miglietta, Bruno Munari, Antonio Paolucci, Sandro Parmiggiani, Elena Pontiggia, Pierre Restany, Davide Rondoni, Maria Luisa Spaziani, Carmelo Strano, Claudio Strinati, Toni Toniato, Tommaso Trini, Marcello Venturoli, Stefano Verdino, Cesare Vivaldi.
His works have also appeared as an integral part of books of previously unpublished poems by major Italian poets foreigners:
Adonis, Alberto Bertoni, Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Franco Buffoni, Anna Buoninsegni, Enrico Capodoglio, Alberto Caramella, Ennio Cavalli, Antonio Colinas, Giuseppe Conte, Vittorio Cozzoli, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Eugenio De Signoribus, Gianni D’Elia, Luciano Erba, Giorgio Garufi, Tony Harrison, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Ko Un, Vivian Lamarque, Franco Loi, Roberto Luciani, Mario Luzi, Giancarlo Majorino, Alda Merini, Alessandro Moscè, Roberto Mussapi, Giampiero Neri, Nico Orengo, Ko Un, Alessandro Parronchi, Feliciano Paoli, Titos Patrikios, Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini, Antonio Santori, Frencesco Scarabicchi, Fabio Scotto, Michele Sovente, Maria Luisa Spaziani, Enrico Testa, Paolo Valesio, Cesare Vivaldi, Andrea Zanzotto.
CRITICAL EXCERPTS:
Giulio Angelucci, Biancastella Antonino, Flavio Bellocchio, Goffredo Binni, Sandro Bongiani, Fabio Corvatta, Nevia Pizzul Capello, Claudio Di Benedetto, Debora Ferrari, Antonia Ida Fontana, Franco Foschi, Mario Giannella, Armando Ginesi, Claudia Giuliani, Vittorio Livi, Olivia Leopardi Di San Leopardo, Luciano Lepri, Caterina Mambrini, Elverio Maurizi, Carlo Melloni, Eugenio Miccini, Franco Neri, Franco Patruno, Roberto Pinto, Anton Carlo Ponti, Osvaldo Rossi, Giuliano Serafini, Patrizia Serra, Maria Luisa Spaziani, Maria Grazia Torri, Francesco Vincitorio.
He participated in numerous personal and collective exhibitions in Italy and abroad. Following pictorial experiences on canvas or using untraditional materials and techniques, he soon matured a strong interest in “paper” which he felt the most congenial means of artistic expression. During this initial phase, he used a thin white cardboard, soft to the touch and particularly receptive to light, whose surface he cut with a blade according to geometric structures to accent the play of light and space, and then manually folded it along the cuts.
In his second phase, he substituted thin white cardboard with the transparent paper used by architects, still cutting and folding it, or with sheets arranged in a room in a rhythmic-dynamic progression, or with rolls unfurled like papyruses on which the very slight cuts challenging perception became the signs of non-verbal poetry.
In his most recent artistic experience, still on transparent paper, the geometric sign with its constructive rigor is abandoned for a freer expression which, through the use of colored pastels and barely perceptible cuts, translates the free, unpredictable motion of consciousness in a lyrical-musical interpretation.
Today, he expresses this language on paper with watercolor tones and gestures which lend it a greater and more significant intensity.
He made white and colour pottery where engraved and relief signs stand out in a lyrical-poetic space.
- Le opere su vetro realizzate per Fiam Italia Pesaro, esposte nella collezione a Villa Miralfiore
- Le opere su ceramica realizzate: Ceramiche Biagioli Gubbio, Ceramiche Bizzirri, Città di Castello
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“L’Inarchiviabile/The Unarchivable. Italia anni 70” at FM Centro per l’Arte Contemporanea, Milan
FM Centre for Contemporary Art, a new artistic and cultural center unique within Italy, opens with the great exhibition “L’Inarchiviabile/The Unarchivable. Italia anni 70” curated by Marco Scotini in collaboration with Lorenzo Paini, with the presence of almost sixty artists and more than two hundred works from the most prestigious private Italian art collections.
The exhibition presents both a critical review and, at the same time, a widespread survey of the Italian artistic scene in the 1970s with works and historic documents aiming to investigate a great heterogeneity of artistic and editorial formats and which reveal, amongst this vast multitude of forms of collective statements, new linguistic devices and a plurality of subjectivities. This was a decade of great productivity in which culture ‘went beyond’ the field of aesthetics, overflowing into languages that resist cataloguing and into ephemeral practices and actions linked to social performability and based on temporality.
“These were the years in which part of the Venice Biennale (1972 edition) – Scotini states – was dedicated to ‘The book as a place of research’ and in which the expression ‘Off media’ proposed by Germano Celant took hold. This is why we have wanted to include, as well as works of art in the classic sense, also photographic reporting, musical scores, radical architectural projects, forms of film, etc. However, the ‘going beyond’ referred to is that of the emergence of social creativity, of general intellect, substantially. This was an aspiration to go beyond the norm and typologies in relation to an (arguably so) unarchivable desire which can be summarized as the space standing between Nanni Balestrini’s subversive ‘We Want it All’ and Anselmo’s metaphysical ‘Everything’”.
The “unarchivable” refers to the surfacing of various, plural social forces opposing the organization and control of labor, affirmative practices of the multi-disciplinary approach that characterized the 1970s in Italy, as also did the new examples of liberation linked to feminist experiences, the questions around gender and the relationship with the political.
If that which becomes history is always determined by that which has been archived, at the same time, the archive reactivates narratives that have never been told once and for all. Thus memory also becomes continuously revocable in an era in which time is the subject of expropriation. In a continuous dialogue between the artistic paradigm and editorial productions, the works and documents on display find their own conditions of appear- ance and existence in this impossibility of – or reluctance to– being archived. So, “L’Inarchiviabile/The Unarchivable” puts on display the topicality and rediscovery of a decade of great intensity and of linguistic and political experimentation for the Italian and international scene, but also a reflection on the contemporary nature of the archive as a format. All the works from the decade of the 1970s on exhibition are already in the form of an atlas, a catalogue, an inventory and represent in themselves collections, taxonomies, attempts at catalogization on the part of the artists.
From Alighiero Boetti’s classifications to Mario Merz’s sequences of Fibonacci numbers to Paolini’s La Doublure, a collection of white canvases that represent themselves in perspective and are differentiated only by their titles on the back. Or Ghirri’s 1973 Atlante, Nannucci’s Zona archive or Baruchello’s Leftover, through to Mauri’s archive of Linguaggio è Guerra, to Franco Vaccari’s collection of passport photos, Gianikian and Ricci Lucchi’s filmic, perfumed catalogues and Nanni Balestrini’s textual assemblages. If in the same period, the radical nature of Italian feminism led Carla Lonzi to abandon art criticism because it is “through her absence that a woman makes a gesture of awareness, liberating and, therefore, creative”, there is a considerable female presence in the exhibition: from Carla Accardi to Dadamaino, from Marisa Merz to Maria Lai, from the photographs of Marcella Campagnano and Lisetta Carmi, through to Ketty La Rocca’s pre-verbal inventory.
“L’Inarchiviabile/The Unarchivable” is a concentrate of these experiences that go through to the Parco Lambro in 1977 as an affirmation of the multitude and of a plurality of molecular insurgencies, constitutionally unarchivable. Alberto Grifi was unable to encapsulate in a finished film the shooting of the events of the Festival del Proletariato Giovanile [Festival of the Young Proletariats] at the Lambro, producing a work that was not a single film but many films at one and the same time, a multiplicity of filming that permits endless new social re-combinations.
It is precisely in the name of this plurality that is no longer able to summarize itself that FM Center for Contemporary Art had decided to open its activities with the figure of the archive, the collection, the catalogue as the interpretative keys of our present day.
“L’Inarchiviabile/The Unarchivable” includes 200 works by 60 artists from the main private Italian collections.
Artists: Carla Accardi, Vincenzo Agnetti, Giovanni Anselmo, Nanni Balestrini, Gianfranco Baruchello, Irma Blank, Alighiero Boetti, Sylvano Bussotti, Marcella Campagnano, Lisetta Carmi, Giuseppe Chiari, Gianni Colombo, Dadamaino, Gino De Dominicis, Mario Diacono, Luciano Fabro, Yervant Gianikian & Angela Ricci Lucchi, Luigi Ghirri, Piero Gilardi, Paolo Gioli, Global Tools, Alberto Grifi, Paolo Icaro, Emilio Isgrò, Jannis Kounellis, Ugo La Pietra, Ketty La Rocca, “La Traviata Norma”, Laboratorio di Comunicazione Militante, Maria Lai, Uliano Lucas, Walter Marchetti, Fabio Mauri, Mario Merz, Marisa Merz, Ugo Mulas, Maurizio Nannucci, Giulio Paolini, Claudio Parmiggiani, Luca Maria Patella, Giuseppe Penone, Gianni Pettena, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini, Salvo, Aldo Tagliaferro, Franco Vaccari, Franco Vimercati, Michele Zaza, Gilberto Zorio. . at FM Centro per l’Arte Contemporanea, Milan until 15 June 2016
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A Milano un’asta benefica su grandi artisti del ‘900 per aiutare un villaggio in Eritrea
A Milano un’asta benefica su grandi artisti del ‘900 per aiutare un villaggio in Eritrea. Un’asta di opere d’arte per raccogliere fondi per due progetti: uno a scopo umanitario e l’altro a scopo culturale. L’evento si terrà lunedì 30 ottobre, alle ore 18, all’Auditorium di Opera di San Francesco di viale Piave, con ingresso da via Kramer 5. L’elenco delle opere che andranno all’incanto, con le relative descrizioni, è disponibile sul sito: www.missioni.org. Tra gli artisti presenti nomi come Enrico Castellani, Piero Dorazio, Angelo Savelli, Gianfilippo Usellini, Lucio Pel Pezzo, Renato Guttuso, Salvator Dalì, Gillo Dorfles, Mario Nigro, Emilio Isgrò. Le stime delle opere variano da 30 a 1.500 euro. Non sarà applicata la percentuale relativa ai diritti d’asta e quindi tutte le opere non saranno gravate da commissioni d’acquisto. Sarà possibile visionare le opere dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00 di sabato 28 e domenica 29 ottobre e dalle 15.00 fino alla battitura dell’asta affidata all’esperta Raphaelle Blanga, ex Sotheby’s. Il progetto umanitario è a favore di Missioni Estere Cappuccini Onlus dei Frati Cappuccini Missionari di Milano, con sede in piazzale Cimitero Maggiore 5, e prevede il completamento di un pozzo d’acqua nel villaggio di Tuguliti, nell’Eparchia di Barentu, in Eritrea, dove il Vescovo è il Cappuccino Mons. Thomas Osman. Il villaggio, situato a 34 km sud-est di Barentù, è composto da 450 famiglie per un totale di 2.250 persone, compresi tanti bambini. Come informa Mons. Thomas Osman Ofmcap – responsabile del progetto –, «gli abitanti del villaggio per potersi approvvigionare di acqua, devono percorrere dei chilometri servendosi degli asini e dromedari o portandosi i fusti sulle proprie spalle; il tragitto è faticoso per i piccoli e le donne incinte che spesso sono costrette a percorrere lo stesso tratto più volte al giorno per soddisfare le necessità di tutta la famiglia. Adesso la gente attinge l’acqua dai pozzi a cielo aperto, che è batteriologicamente impura ed è quindi causa di diffusione di malattie ed infezioni intestinali, che colpiscono in particolare modo i bambini». La realizzazione del progetto in Eritrea prevede la costruzione della vasca di raccolta dell’acqua, l’installazione di una pompa ad energia solare, l’acquisto e la posa di tubature e di tre punti di distribuzione per servire diversi insediamenti distanti tra loro. I fondi ricavati dall’asta saranno devoluti interamente a Missioni Estere onlus che provvederà ad inviarli a Mons. Thomas Osman. L’altro progetto prevede il restauro di alcuni dei 170 affreschi sulle pareti esterne delle case di Arcumeggia (Casalzuigno-Varese), realizzati da alcuni tra i maggiori artisti contemporanei. Tra gli altri: Sante Monachesi, Achille Funi, Umberto Faini, Gianfilippo Usellini, Ernesto Treccani, Aligi Sassu, Giuseppe Migneco, Fiorenzo Tomea, Cristoforo De Amicis, Giuseppe Montanari, Remo Brindisi, Bruno Saetti, Gianni Dova, Aldo Carpi, Ferruccio Ferrazzi, Luigi Montanarini, Enzo Morelli, Francesco Menzio, Gioxe De Micheli, Eugenio Tomiolo, Giovanni Brancaccio, ecc. Furono dipinti fin dal 1956 per iniziativa dell’Ente provinciale per il Turismo di Varese. I fondi raccolti saranno devoluti direttamente alla Pro Loco di Arcumeggia.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Cerimonia di benedizione e di Investitura di Cavalieri di Malta O.S.J. a Catania -Viaggio nella storia con i Cavalieri di Malta O.S.J.
L’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme è una delle più antiche Istituzioni della civiltà occidentale e cristiana. Un Ordine cavalleresco ecumenico, in continuità con l’Ordine fondato da circa mille anni in Terra Santa, ancor‘oggi rimane fedele ai suoi principi ispiratori, rispettando le proprie radici, che sono sintetizzati nel proprio motto “Pro Fide, Pro Utilitate Hominum“, ovvero la difesa della Fede cristiana, promuovendo iniziative di solidarietà sociale e umanitarie.
Nel rispetto della tradizione e delle attività priorali del sodalizio gerosolimitano, si è tenuta il 26 ottobre u. s., a Catania, presso la Chiesa dell’Immacolata ai Minoritelli, la Cerimonia delle Investiture del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cavalieri di Malta O.S.J., Ordine di collazione della Real Casa Paternò Castello di Carcaci e d’Aragona.
Un salto nel tempo, che percorre la Storia della Principesca Famiglia Paternò Castello nella città di Catania, in Sicilia, terra Giovannita, che per secoli è stato il porto sicuro dei Cavalieri di Malta, e radice storica legata alla famiglia del Principe Protettore Don Thorbjorn Paternò Castello e dalla Casa Reale D’Aragona.
Non è facile raccontare le emozioni di trovarsi in un luogo di culto, dal profumo artistico del tardo barocco siciliano, tanto caro ai catanesi, intitolato alla Madonna Immacolata, Madre della Chiesa, e venerata da secoli dai Cavalieri di Malta.
Momenti lunghi, di profondo raccoglimento hanno pervaso il corpo e mente dei postulanti, preparati sin dalla mattina al rito della “Veglia delle Armi”, momento di profonda riflessione sul significato della scelta di vita che deriva dall’entrare a far parte dell’Ordine indossare la Bianca Croce a quattro braccia ed otto punte, divenuto simbolo dell’Ordine e delle otto beatitudini evangeliche.
Il momento della Cerimonia capitolare in Chiesa, organizzata dal Priorato di Sicilia è solenne, si apre con la maestosità della musica dell’organo del M° Giuseppe Ricca e la vocale la Soprano Sarah Ricca, che accompagna l’ entrata di Sua Altezza Reale il Principe Don Thorbjorn Paternò Castello D’Ayerbe d’Aragona di Carcaci d’Emanuel Principe Protettore e Gran Maestro, coadiuvato dal Governatore della Real Casa Paternuense Don Thomas Molendini di Santa Magdalena, dal Priore d’Italia Don Alberto Tumminelli di Merì, il Priore della Sicilia S.E. Cavaliere Gran Croce Dott. Gaetano Bordonaro, oltre al Monsignore Don Nunzio Rimaudo di San Teodoro, Guida Spirituale e Ufficiale Religioso dell’Ordine, che ha officiato la cerimonia religiosa e impartito la benedizione alle insegne dell’Ordine. Numerosi altri Dignitari hanno collaborato, all’organizzazione della splendida cerimonia cavalleresca, il Gran Priore d’Italia dell’Ordine del Tempio S.E. il Marchese Don Maurizio Brachicella e il Cavaliere Gran Ufficiale Michele Cutro, nel ruolo di Maestro di Cerimonia, che ha curato con eleganza l’aspetto coreografico del rituale, nel rispetto del luogo e del rango di appartenenza.
Durante la cerimonia sono stati insigniti cinque nuovi Cavalieri ed una Dama, secondo l’antico e solenne rito della Spada e della Vestizione col Mantello, tra i quali: Angela Garufi, Francesco Rugeri, Giovanni Ranieri, Giuseppe Nicotra, Pietro Vinti e Raffaele Matteo, mentre, per meriti sociali e filantropiche, sono stati elevati al grado di Cavalieri Gran Croce, non nascondendo una viva emozione: la Dama Geltrude Alice Sabina Maria Isgrò in Bordonaro e il già Cavaliere Vito Renato Pollari, incaricato nel ruolo dignitario di Gran Cancelliere del Gran Priorato di Sicilia. Alla Dama Gran Croce Nataliana Romania è stata affidato il Vice Priorato della Sicilia ed elevato al grado di Gran Priore di Sicilia, il Cavaliere Gran Croce S.E. Dott. Gaetano Bordonaro.
Al termine della cerimonia religiosa S.A.R. il il Principe Don Thorbjorn Paternò Castello D’Ayerbe d’Aragona di Carcaci d’Emanuel ha salutato tutti i neo membri dell’Ordine con profonde parole di sostegno spirituale e di viva cordialità, augurando di intraprendere la missione cavalleresca rispecchiando le virtù evangeliche e teologali, nella dignità della croce bianca indossata.
Dopo la Cerimonia d’investituta, a memoria di una immagine indelebile, la rituale foto di gruppo immortala l’emozione della bellezza del luogo Sacro e di essere entrato a far parte dei ranghi dei Cavalieri di Malta.
Alla fine della cerimonia il Principe Don Thorbjorn Paternò Castello di Carcaci, ha ricevuto in omaggio un’opera artistica a firma del maestro Cavaliere della Repubblica Italiana Salvatore Musumeci, raffigurante il busto reliquiario di Sant’Agata sul tronetto, riportante il blasone della famiglia Paternò Castello, posto sull’originale.
Durante la cena di Gala, nello splendido ed elegante palazzo storico dei “Paterno Castello di Sperlinga e Manganelli”, a Catania, aperta da una preghiera di ringraziamento, tra le melodie vocali del Soprano Sarah Ricca, che ha ulteriormente arricchito un luogo prestigioso e lussuoso, prima del taglio della torta cerimoniale, decorata con le insegne dell’Ordine, il Principe Gran Maestro Don Thorbjorn Paternò Castello di Carcaci ha voluto ringraziare gli artisti intervenuti con il prestigioso riconoscimento “Premio Gerardo Sasso”, ringraziandoli per il grande talento artistico, differente discipline.
Articolo redatto dal Cav. Gr. Cr. Vito Renato Pollari
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CATANIA, CERIMONIA DI BENEDIZIONE E DI INVESTITURA Cerimonia di benedizione e di Investitura di Cavalieri di Malta O.S.J. a Catania -Viaggio nella storia con i Cavalieri di Malta O.S.J.
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La collezione Agrati
E’ Ferragosto, che pacchia! Nella settimana di metà mese Milano torna ad assomigliare a certe pitture del grande Sironi, le cupe strade deserte, le periferie con le ciminiere senza fumo, un ciclista solitario (il sottoscritto) che se ne va da qualche parte. ”Tutti al mare”, diceva Alberto Sordi intendendo casa, e io me la godo: “Via dalla pazza folla!” Quindi mi infilo in un portone dei grandi palazzi ottocenteschi di Piazza della Scala, soffitti altissimi, marmi pregiati, un’esibizione di lusso edilizio degno di una grande città e di un paese che fa sempre finta di essere povero: non a caso la sede centrale di una banca che espone la collezione di due milanesi, meglio brianzoli, due che ne hanno amplificato la fama di città industriosa e civile: gli Agrati
A parte i soliti luoghi comuni, tipo che per farsene una, a differenza per esempio di una collezione di farfalle, occorrono molti soldi e quindi un’attività o un reddito che lo consenta (e non è vero, perché c’è gente che è riuscita semplicemente comprando e vendendo opere d’arte, evidentemente con molto occhio per il mercato), dopo la visita alle Gallerie d’Italia (Intesa S. Paolo) voglio esprimere il mio senso di sollievo, devo essere sincero, inaspettato. Adesso le mie osservazioni:
1. Otto anni fa, quando mi sono messo in testa di occupare uno spazio critico che mi pareva negletto dagli artisti (cui in linea di massima si presume non competere, da quando sono diventati legione e c’è bisogno della frusta di un cocchiere, alias il critico), riferendomi al mondo dell’arte, lo figuravo a piramide: al suo vertice stanno i collezionisti e alla base gli artisti, la classe dei paria; a salire ponevo nell’ordine i critici e i curatori e più su i galleristi. Le grandi latitanti, almeno in Italia, sono le istituzioni pubbliche, che dovrebbero avere il peso maggiore nel determinare le scelte dell’eccellenza. La ragione del mio sollievo è che almeno esistono le private e le Gallerie d’Italia sono fra queste.
2. Le presenze. Il collezionista ha saputo scegliere dalla produzione il meglio degli artisti selezionati, se non sempre, spesso, comunque ciò che non fa disonore all’artista medesimo. E’ noto infatti che la produzione di quasi tutti ha momenti di defaillance, non per sempre è di altissimo livello: un’opera d’arte richiede molta energia e consuma: il successo, la stanchezza, la vecchiaia e soprattutto il mercato inducono a volte anche i grandi alla marchetta. A questo proposito sono particolarmente significativi i lavori di Castellani: un artista così rigido (non si prenda questo aggettivo in senso detrattivo) nelle tre opere della collezione dimostra l’ampiezza della sua ricerca sulla tensione della luce. Altrettanto significativa della cultura visiva, credo di Peppino, la scelta di un’opera del primo periodo di Claudio Olivieri, già altamente rappresentativa del suo senso dello spazio, prima ancora di averlo dimostrato in quello successivo, in cui ha abbandonato ogni riferimento al segno, per dedicarsi solo alla spazialità del colore. Tancredi, Tano Festa, Schifano, Boetti e perfino un minore come De Maria o un casinista di genio come Rauschemberg sono rappresentati, sia pur con una sola opera, al meglio della loro produzione (dico in generale perché non è vero per es. per Fabro e Kounellis). Comunque le opere scelte, detto con molta discrezione e alla distanza che mi consente il mio tempo, rivelano un gusto preciso, un occhio molto esercitato: c’è un’unità evidente in tutta la collezione. Si prendano per es. le tre opere di Agnetti: illustrano in maniera inequivocabile il valore retinico dei suoi “concetti”. Stona la presenza di Basquiat e malignamente questo parrebbe confermare una caratteristica comune a tutti i collezionisti: la sensibilità per le sirene del mercato. Comunque, con questa riserva, anche il paio di tele di lui scelte da Peppino emergono dal mucchio della sua paccottiglia egocentrica.
3. Una collezione parla sempre anche del collezionista: nel caso degli Agrati oltre che della loro cultura visiva, del loro gusto per il coraggio in sé. Nasce addirittura il sospetto che abbiano influenzato l’arte Italiana del periodo. Infatti quasi tutte le opere della collezione esibiscono il coraggio formale degli artisti selezionati, la decisione delle loro scelte, ed è noto che uno dei difetti dei minori anche bravi, anche attenti, è quello di non sostenere con decisione la propria originalità, l’unicità della propria ricerca. Comunque si può essere critici su certe scelte, ma la loro ampiezza, dal concettualismo di Agnetti, Paolini, Isgrò, o Kossuth, al poverismo di Kounellis o Merz, alla ricerca sulla luce di Castellani o Yves Klein, al Minimalismo di Serra o Andre, al pop di Schifano, Festa o Warhol ecc (e uso i termini concettualismo, poverismo ecc solo per comodità, perché ogni artista serio non può esser incasellato in un movimento), è un pregio indiscutibile della collezione, perché rende evidente che gli artisti che vi sono rappresentati hanno veramente allargato il concetto di visibilità.
4. Ed ora passiamo ai miei distinguo. Succede spesso, e questo è vero almeno dal Rinascimento in poi, che la dimensione fisica dell’opera aspiri a dimostrarne la grandezza. Per certe idee visive la grande dimensione può essere fondamentale: provate a immaginare Le Nozze di Cana in piccolo senza la scenografia del refettorio di S. Giorgio 1 o l’Elvis Presley di Andy Warhol ridotto alla dimensione di un quarto o il tessuto di Boetti non ripetuto sei volte. Questa tendenza è evidente nella maggior parte degli artisti della collezione e direi che è molto significativa non tanto di essa, quanto degli artisti del periodo che copre (emblematiche a questo proposito le due opere di Kounellis e quella di Fabro: enormi). Esaminiamola più da vicino guardando i lavori di un artista molto rappresentato nella collezione, Fausto Melotti: a parte che l’appartenenza al “Novecento” in lui si rivela soprattutto in vecchiaia, si ha il sospetto che la tendenza generale lo abbia influenzato all’ingigantimento dei suoi lavori, al punto che possono sembrare dei falsi. Le sue invenzioni, non solo quelle più originali, le musicali, sposano preferibilmente la piccola dimensione. Naturalmente parlo in generale. Non si riscontra per es. in uno come Agnetti e nemmeno in Paolini e ciò conferma la supremazia dell’idea sulla dimensione: questa è solo uno dei fattori di quella: bisogna sempre saper fare un’opera originale anche sotto la sedia sulla quale state seduti. La tendenza al gigantismo per la verità continua anche ai nostri giorni e dipende dal fatto che tutti sono costretti a lavorare nel mondo del grande capitale e ne subiscono i condizionamenti, ma nel caso della seconda metà del secolo scorso si ha il sospetto che si tratti di una scelta tendenzialmente solo formale e ciò significa ingenuità, rapporto acritico col denaro, col grande denaro, adesione senza esitazioni ai modi d’essere dell’Occidente, del primo mondo, anzi di quella parte del primo mondo di cui gli Agrati stessi facevano certamente parte.
5. Fra i pregi di una collezione vanno considerati la chiarezza e l’omogeneità delle scelte e fra i difetti le esclusioni. In sé una collezione, di qualsiasi tipo si tratti, tende sempre a imitare la completezza e varietà delle opere di Dio e più estesa è, più ci si avvicina, ma solo il Grande Demiurgo è onnivoro e se lo può permettere. Visto che ho già parlato di collezioni di farfalle, perfino uno scienziato come Vladimir Nabokov lo aveva capito benissimo, forse perché era soprattutto un grande artista. Per quanto riguarda la Agrati, circa la chiarezza e l’omogeneità non c’è nulla da eccepire; quanto ai difetti, ho notato l’assenza di Josef Beuys, Roman Opalka, Christian Boltanski, Piero Fogliati, Giovanni Anselmo, Fabio Mauri, Gordon Matta Clark, Robert Smithson, James Turrell, Stanislav Kolibal (quello almeno della prima produzione) e di alcuni altri meno noti o più giovani, dei quali non faccio i nomi perché amici. E’ evidente che quest’elenco è soggettivo, ma ne rivendico il diritto. Comunque gli assenti, tutti coevi ai presenti, non sono pochi e ciò non mi sembra senza significato.
6. Mi sento comunque di raccomandare la visita ai giovani artisti che passano oggi un periodo di ignoranza condivisa con la massa: la collezione può almeno indurli a rivedere la loro presunzione: il valore didattico della Agrati è indubbio, la chiarezza più che la completezza è la sua qualità indiscussa (e a proposito di quest’ultima penso alla collezione Gulbenkian di Lisbona, per me un caso limite che tutti coloro che sono interessati alla’arte dovrebbero conoscere). In definitiva però è mia opinione che non li possa incoraggiare più di tanto ad affrontare il presente.
7. La visita a una collezione è comunque l’occasione per dire qualcosa sul collezionismo d’arte in genere e in questo caso la Agrati, malgrado le assenze, può costituire un punto di riferimento. L’arte purtroppo vive di collezionismo e non è un caso che io abbia collocato ai vertici della sua piramide proprio coloro che lo esercitano: in mancanza di un investimento pubblico, senza quel vertice la piramide crollerebbe, lasciando a terra la rovina dei blocchi che la sostengono dal basso. Voglio dire che l’arte continuerebbe a vivere lo stesso e forse sarebbe anche un bene, perché dal fuggi fuggi generale rimarrebbero quei pochi che ci credono comunque, mentre oggi la facilità di trovare ascolto e la grande quantità di denaro circolante aprono il campo a una moltitudine di spetasciatori (uso un termine lericino, ma comprensibilissimo) che ne hanno addirittura decretato la morte.
Naturalmente anche il campo del collezionismo è notevolmente inquinato e sono pochi coloro che lo coltivano per passione e per crescita spirituale e senza condizionamenti del mercato. Spesso questi ultimi beneficiano della generosità degli artisti veri, cui interessa principalmente la diffusione del proprio messaggio a prescindere dal proprio interesse economico (anche se dovendo vivere e produrre, anche loro pagano il verduraio e il panettiere). Il gioco si fa allora possibile, e direi addirittura appassionante, da ambo i lati ed è con questa considerazione di speranza che abbandono l’argomento.
FDL
Nota 1 L’originale è a Parigi (rubato da Napoleone), ma una copia, sostengo perfetta (fatta in due anni di lavoro e con ingenti spese da un’equipe inglese servendosi di tecniche computerizzate che riproducevano perfino il rilievo della tela originale), è stata ricollocata nel refettorio: site specific!
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(via Mostre in Calendario [143] – 18/08/2018)
Cosa troverete: Emilio Isgrò a Monte Vidon Corrado, Willy Ronis a Venezia; Luigi Ontani a Pietrasanta; Michele Pellegrino a Cuneo; Andi Kacziba a Torino; Oliviero Rainaldi a Napoli; Gianfranco Ferroni a Seravezza; Lee Kit a San Giovanni Valdarno; Valerio Berruti ad Alba; i LEGO a Bologna & more…
Clicca per vedere la lista: https://barbarapicci.com/2018/08/18/mostre-calendario-143/
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(In questo numero)
La vergogna della vergogna - Romanzi e saggi, serie tv e dibattiti esplorano una delle più sotterranee emergenze della società: il disagio giovanile e la sua conseguenza estrema. «Perché—spiega Pietropolli Charmet, psichiatra — se una generazione fa era il senso di colpa a scatenare impulsi suicidi, oggi è la paura del dileggio, della denigrazione», gonfiata a dismisura da internet. Cioè dal cyberbullismo: un adolescente su sei ne è vittima, ma solo uno su dieci lo denuncia.
Tutto molto importante - Di molti vocaboli facciamo un uso eccessivo e poco attento, che appiattisce la nostra capacità di esprimerci e logora il dizionario. Un rischio che già nell'Ottocento veniva segnalato ma che, con alcuni termini, raggiunge abusi incontrollabili: come nel caso illustrato da «La Lettura» (con qualche istruzione per evitare di caderci).
C’è vita fuori dal selfie. Fabio Volo è (un po' più) grande - Il nono romanzo dell’autore, attore e conduttore procede nell’esplorazione delle dinamiche emotive ed esistenziali della generazione dei trenta-quarantenni. Con la scoperta che quanto conta davvero è condividere.
Isgrò. 0 della felicità creativa - Passioni La Sicilia in cui è nato, Milano, Venezia, gli incontri di una vita straordinaria. Autoritratto, anzi «Autocurriculum», dell'artista delle cancellature. Ragazzino, sorprende Enzo Tortora cantando; giovane giornalista, incalza Alberto Sordi; Pasolini si accorge di lui. È poeta, regista, romanziere.
Giallo storico e no: conta il delitto più dell’indagine - Uno si è affermato con intrecci ambientati nella Napoli degli anni Trenta e con una serie su poliziotti contemporanei. L'altro deve la sua fama a dieci romanzi collocati nel Medioevo e nell'età moderna. Maurizio de Giovanni e Marcello Simoni hanno scelto strade diverse per addentrarsi nel noir e nel thriller ma condividono l'orgoglio di essere popolari: «Ci piace avere tanti lettori». E c è un altro aspetto che li unisce: il meccanismo degli indizi è soltanto uno strumento, quello che conta è l'esplorazione dell'animo umano. «Mi interessa il cono d'ombra dentro ogni individuo», sostiene il secondo, perché — aggiunge il primo — «l'omicidio è la relazione più intima fra due persone, più della maternità». Alla fine spunta una pazza idea: «Scrivere un libro a quattro mani, alla Glenn Cooper».
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SENSIBILE COMUNE
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea - 14/22 gennaio 2017
a cura di Ilaria Bussoni, Nicolas Martino, Cesare Pietroiusti
con l’assistenza curatoriale di Laura Perrone
Ingresso gratuito alla mostra: Via Gramsci n.69-71
www.sensibilecomune.org
Mostra, convegno, festival, evento, laboratorio, "Sensibile comune. Le opere vive" volutamente sfugge al senso consolidato di ciascuno di questi termini e cerca di collocarsi in un terreno intermedio, fatto di sovrapposizioni e di interstizi poco frequentati, dove probabilmente ci stanno portando le forme del sapere e dell’esperienza contemporanea. Numerose opere appartenenti alla collezione della Galleria Nazionale saranno usate non per essere esposte in maniera abituale al pubblico, ma per diventare agenti attivi dello sguardo, pre-testo per un confronto con altri artisti, nonché con teorici, coreografi, filosofi, poeti, amatori.
Sensibile comune è articolata in sei sezioni: Opere all’ennesima è concepita come campo in cui all’opera della collezione si risponde con un’altra opera, o con pratiche della parola, della performance e del gesto, fino a comporre un paesaggio di oggetti e di segni dentro il quale possa darsi l’avventura singolare e comune dell’intelligenza. Le Opere incurabili, in virtù del loro status di opere danneggiate, diventano strumenti di un’interrogazione che va letteralmente dentro l’opera e che riguarda la sua materialità e precarietà, il nostro rapporto con la trasformazione e il concetto stesso di valore. Opere in lotta è lo spazio dedicato alla presentazione di diversi archivi cartacei e non che raccolgono materiali legati all’impegno e alla lotta politica nelle sue diverse accezioni; è anche il luogo in cui dare forma a un archivio digitale basato sulla messa in comune di materiali attraverso un software open source. Opere in contemplazione, alla ricerca di forme diverse del sensibile. Opere in fuga, in cui si alternano interventi di parola a film d'artista. Opere in costruzione dove l’opera si fa nel momento stesso dell’incontro con il pubblico, e anche grazie a esso, secondo le non-regole dell’improvvisazione e di una ricerca, flagrante quanto incerta, dell’accordo.
SCARICA PROGRAMMA
OPERE ALL’ENNESIMA Artisti invitati: Anemoi, Elisabetta Benassi, Simone Bertugno e Watson (Loal – League of Art Legends), Rossella Biscotti, Lu Cafausu, John Cascone, Corrado Chiatti, Luca Coclite, Danilo Correale, Davide D’Elia, Antonio Della Guardia, Claire Fontaine, Giulia Gabrielli, Dora Garcia, Francesca Grilli, Emily Jacir, Kinkaleri, Alessandro Laita e Chiaralice Rizzi, Olivier Kosta Théphaine, Sandra Lang, Andrea Lanini, Giuliano Lombardo, Eva Macali, Domenico Antonio Mancini, Fiamma Montezemolo, Luca Musacchio, Matteo Nasini, Mattia Pellegrini e Jesal Kapadia, Cesare Pietroiusti, Luigi Presicce, Cristina Kristal Rizzo, Carola Spadoni, Gian Maria Tosatti. Artisti della collezione: André Breton, Alberto Burri, Marcel Duchamp, Lucio Fontana, Juan Genoves, Emilio Isgrò, Ketty la Rocca, Piero Manzoni, Roberto Melli, Napoleone Nani, Filippo Palizzi, Pino Pascali, Giulio Paolini, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Medardo Rosso, Toti Scialoja, Mario Tozzi, Giulio Turcato.
Partecipano: Carlo Bordini, Pietro Gaglianò, Jacopo Galimberti, Dario Gentili, Lancelot Hamelin, Giacomo Marramao, Muriel Mayette-Holtz, Arianna Ninchi, Elisa Ottaviani, Laura Piccioni, Lidia Riviello, Alexei Penzin, Elettra Stimilli, Carla Subrizi, Giacomo Trinci, Paolo Virno.
OPERE INCURABILI Artisti della collezione: Carlo Alfano, Lucio Fontana, Eliseo Mattiacci, Pino Pascali, Paul Van Hoeydonck.
Partecipano: Marco Baravalle, Annarosa Buttarelli, Paola Carnazza, Carolyn Christov-Bakargiev, Karmen Corak, Rodolfo Corrias, Tarek Elhaik, Maria Profiri, Luciana Tozzi.
OPERE IN COSTRUZIONE Artisti invitati: Ayreen Anastas e René Gabri, Casamatta e Il Genio Collettivo (Nadia Arancio, Maria Hélène Bertino, Buio Blu, Luca Cechet Sansoé, Alessandra Cianelli, Andrea Coppola, Chiara De Dominicis, Maddalena Fragnito, Donatello Fumarola, Luciano Gagliardo, Manlio Garavaglia, Angelo Mancuso, Francesca Maciocia, Claudia Marelli, Fiorenza Orto, Stefania Palermo, Giorgio Palumbo, Mala Queen, Stefano Roveda, Marco Salvatico, Martin Volejnik), Daniele di Buenaventura, Fabrizio Ferraro, Non tanto precisi, Ludovico Takeshi Minasi, Michele Rabbia.
Partecipano: Elisa Davoglio, Marco Giovenale, Giulio Marzaioli, Simona Menicocci, Vincenzo Ostuni, Fabio Teti, Silvia Tripodi, Luca Venitucci, Michele Zaffarano.
OPERE IN LOTTA Artisti e archivi: Archivi Fondazione Baruchello, Archivio Giuseppe Garrera, Archivio Macao, Archivio Marincola, Archivio Sale Docks, Archivio Teatro Valle, Artpool Art Research Center in Budapest, Pablo Echaurren, Museo conviviale dell'arte ir-ritata, Centro di documentazione palestinese in Italia, Fondazione Echaurren Salaris, Radio Onda d’Urto, Fondazione Echaurren Salaris, Forniture Critiche, Carmelo Romeo, Luciano Trina.
Partecipano: Salvatore Gagliardo, Marco Baravalle, Gianfranco Baruchello, Franco Berardi Bifo, Manuel Borja-Villel, Emanuele Braga, Ilenia Caleo, Emiliano Campagnola, Giovanni Campolo, Nhandan Chirico, Roberto Comini, Carlo Costa, Wasim Dahmash, Maddalena Fragnito, Jacopo Galimberti, Gianni e Giuseppe Garrera, Emily Jacir, Pedro Lagoa, Nicolas Martino, Antar Mohamed Marincola, Despina Panagiotopoulou, Camilla Pin, Claudia Salaris, Marco Scotini, Carla Subrizi, Anna Szirmai, Lorenzo Teodonio, Mario Tronti, Nicola Valentino, Wu Ming 2, Elia Zaru.
OPERE IN FUGA Film di: Gianfranco Baruchello, Chiara Bettazzi e Gaetano Cunsolo, Maria Bertino, Simon Brodbeck e Lucie de Barbuat, Guy Debord, Malastrada Film, Jurij Meden, Marilena Moretti, Antonella Sgambati, Tariq Teguia.
Partecipano: Maria Hélène Bertino, Ilaria Bussoni, Donatello Fumarola, Alessandro Gagliardo, Enrico Ghezzi.
OPERE IN CONTEMPLAZIONE
Partecipano: Alessandro Biagioli, Danilo Bitetti, Silvia Bordini, Ilaria Bussoni, Armando Castagno, Vanda de Valli, Salvatore Dell’Aquila, Marcello di Paola, Andrea di Salvo, Emanuele Dotti, Alberto Fanfani, Emilio Fantin, Giampaolo Gravina, Ana Horhat, Cristiana Mancinelli Scotti, Paola Massardi, Marco Mazzeo, Eugenia Natalino, Cesare Pietroiusti, Franco Piperno, Valerio Vigliar, Monica Sgandurra, Clelia Viecelli Giannotti, Lucilla Zanazzi, Rolando Zandri, Lucia Zanello.
LA NUIT DES IDEES / PAROLE COMUNI
Partecipano: Kader Attia, Etienne Balibar, Franco Berardi Bifo, Benoist Bouvot, Andrea Carlino, Alex Cecchetti, Nhandan Chirco, Pierre Dardot, Malika Djardi, Claire Fontaine, Muta Imago, Simon Krhal, Christian Laval, Igor Lečić, Malastrada Film, Morgane Merteuil, Adrian Paci, Giorgio Passerone, Branko Popović, Jacques Rancière, Alexandre Roccoli, Marco Sanchirico, Jean-Marie Straub.
SENSIBILE COMUNE – LE OPERE VIVE Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea – 14/22 gennaio 2017 a cura di Ilaria Bussoni, Nicolas Martino, Cesare Pietroiusti con l'assistenza curatoriale di Laura Perrone, la consulenza per teatro e danza di Serena Soccio, il coordinamento di Sara Milano Ingresso gratuito alla mostra: via Gramsci n. 69-71 www.sensibilecomune.org
SENSIBILE COMUNE – LE OPERE VIVE Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea – 14/22 gennaio 2017 a cura di Ilaria Bussoni, Nicolas Martino, Cesare Pietroiusti con l'assistenza curatoriale di Laura Perrone, la consulenza per teatro e danza di Serena Soccio, il coordinamento di Sara Milano Ingresso gratuito alla mostra: via Gramsci n. 69-71 www.sensibilecomune.org
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